15 OTTOBRE MOBILITAZIONE MONDIALE

Prima di addentrarci nel calvario alla cui fine c'è il default dell'Italia per poi fare soltanto scioperi di protesta del tutto

inconcludenti e di mera disperazione come quelli greci bisognerebbe fare uno sciopero generale politico per chiedere le dimissioni del governo e per attaccare le istituzioni internazionali che puntano all'annichilimento  dell'Italia.

Italia che deve essere punita per non avere voluto la privatizzazione dell'acqua e la costruzione di centrali nucleari e per avere osato stipulare accordi nel campo energetico con la Libia e la Russia ed avere in qualche modo avuto perplessità per l'aggressione imperialistica alla Libia.

Per l'Italia è stata decisa una lenta agonia alla fine della quale sarà come l'Argentina, una nazione dotata di grandi risorse naturali con una classe di miliardari padroni di centinaia di miliardi depositati all'estero ma che ha ridotto il suo ceto medio all'elemosina ed alla fame.

Oggi i killers dei poteri internazionali che hanno fatto pollice verso per l'Italia hanno declassato sette tra le più importanti banche. E' stata declassata la Fiat ed il debito pubblico italiano ha perso quattro punti e costerà molto più caro contrarlo.

Il governo è nel pallone ed è afflitto da una contraddizione che lo paralizza. In effetti la coltellata alla schiena è
arrivata all'improvviso alla fine di giugno e fino ad allora sembrava che navigassimo in acque tranquille.

la settimana scorsa, una indecente Camera dei Deputati ha salvato dall'arresto Milanese ritenendo con ciò di salvare se
stessa attraverso la conferma della maggioranza di governo. Si è messa la coda tra le gambe quando Feltri ha avvertito i peones che avrebbero perso 15 mila euro al mese di prebenda e tutto il resto se avessero votato per l'arresto di
Milanese e quindi per la crisi.
 Non sappiamo che cosa ci aspetta oggi pomeriggio o domani. Oramai si vive giorno per giorno.

Dal momento che il Parlamento non vuole disarcionare il governo e mandarlo a casa qualcuno deve farlo. Non lo farà il Presidente della Repubblica che non intende chiedere a Berlusconi di dimettersi e ne subisce l'impresentabilità e la squalifica internazionale che non riesce più a compensare neppure con pesanti servizi all'imperialismo come la guerra alla nostra alleata Libia.

Solo uno sciopero generale politico contro il governo e contro la speculazione può creare le condizioni per una discontinuità politica.  Ma le forze dell'opposizione e le centrali sindacali non sono qualificate moralmente per dirigere questo sciopero.

Il PD è liberista ed atlantista come la destra che sorregge il governo e le confederazioni sindacali hanno firmato accordi con la Confindustria contro gli interessi dei lavoratori. La sinistra comunista ed i sindacati di base potranno fare qualcosa ma sono deboli.

Insomma il paese non ha la guida necessaria per combattere e sconfiggere questo governo e la destra che lo sorregge. Eppure lo sciopero generale politico si deve fare lo stesso.

Vogliamo una vera alternativa di sistema . Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l'innovazione.

il 15 ottobre, giornata che vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo.



“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci
rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.

Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi. Distruggono il lavoro e i
suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione.

Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani. Non è vero che siano scelte obbligate.

Noi le rifiutiamo.

Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore   devastazione sociale, ambientale, democratica.

Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale. Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare.

Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione. Le risorse ci sono. Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione.

Si deve ridistribuire  radicalmente la ricchezza.  Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del
12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.

Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e
diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Si è costituito il Coordinamento 15 ottobre, luogo aperto di tanti e plurali attori sociali impegnati a costruire la
partecipazione italiana alla giornata europea e internazionale di mobilitazione.
La giornata del 15 vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo. Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, Sindacati di Base, Fiom, alleanze sociali, gruppi informali e persone, la manifestazione nazionale si terra a Roma, ma anche a Palermo e altri grandi città.

Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti.




COSTRUIAMO UN VERO SCIOPERO GENERALE CONTRO LE POLITICHE LIBERISTE

L'alternativa allo sciopero politico è una agonia sempre più dolorosa che getterà nella più nera miseria i lavoratori i
pensionati e le loro famiglie.
 
pubblicata da Tommaso Pirozzi il giorno martedì 27 settembre 2011 alle ore 12.35

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