L'Italia fallirà?


Tutti, politici una parte di economisti, sindacati, confindustria, governo e persino il caro ex compagno presidente, ritengono indispensabile effettuare le politiche lacrime e sangue imposte dalla BCE, altrimenti l'Italia fallira.
Ma nessuno ci spiega i motivi, dove andranno a finire i nostri sacrifici, e cosa accadrebbe se l'Italia scegliesse di non seguire queste ricette, ritornare uno stato sovrano  e a curare gli interessi del suo popolo.
Parlo di sovranita popolare visto che : Abbiamo fatto un governo a tamburo battente con una prassi costituzionalmente inventata imposto dalle banche, che non esiste, perché bisognava fare presto, dopodiché questo ci ha messo dieci giorni per fare i sottosegretari, che è una cosa che di solito si faceva prima del voto di fiducia, poi è andato a parlare della manovra con i capi di stato stranieri prima di presentarla al Parlamento italiano, che è una cosa ancora più divertente perché se poi il Parlamento gliela boccia abbiamo fatto una figura da cani a livello internazionale. Io sono felice del fatto che non ci sia più il cavalier Berlusconi a Palazzo Chigi, ma obiettivamente una tale prova di inefficienza da parte di Monti, nel quale pure non riponevo molte illusioni, francamente non me la aspettavo. "
La finanza e i lacchè ci dicono che l'alternativa è il fallimento, ma io non credo .
Certo, se  lasciamo il governo nelle mani della Banca Centrale Europea l'Italia va in default, perché questi non sono più capaci di evitarci il disastro, "visto che l'hanno creato". Ritengo invece che dovremmo impugnare la questione, un vero governo che risponda agli interessi del paese dovrebbe prendere l'aereo immediatamente, andare a Francoforte e a Bruxelles e dire: noi questo debito non lo pagheremo perché è un debito iniquo, ingiusto e illegale, vogliamo rinegoziare, volete rinegoziare con noi?
Siccome l'Italia è indispensabile per il mantenimento dell'Euro e dell'Europa, se volete rinegoziare rinegoziamo e rinegoziare vuole dire fare i conti reali con quello che è possibile pagare, con quello che è giusto pagare e con un programma di risanamento che tenga conto degli interessi del paese a partire dai giovani e dalle classi sociali più deboli in primo luogo.
Se l'Europa accetta la rinegoziazione, naturalmente bisogna rimettere in discussione il Trattato di Lisbona, il Trattato di Maastricht, cioè ridisegnare i confini dell'Europa, i confini istituzionali.
A queste condizioni l'Italia potrebbe avviare un programma di risanamento partecipandovi, altrimenti dovremmo uscire e andare per conto nostro per un certo periodo di tempo.
Non saremmo gli unici, la Gran Bretagna è fuori, la Svizzera è fuori, ci sono diversi Paesi che non hanno adottato l'Euro, non moriremmo certo se dovessimo uscire dalla moneta unica per un certo periodo e se agissimo secondo i nostri interessi."
 Uscire dall'Euro all'inizio potrebbe essere doloroso, ma visto gli enormi sacrifici fatti, siamo abituati, ma allo stesso tempo potremmo tornare a decidere in autonomia la nostra politica economica; potremmo tornare competitivi attraverso la svalutazione della nostra moneta e i Governi eletti democraticamente non verrebbero più ricattati dall'oligarchia finanziaria».
Ma è chiaro che alla  finanza  non converrebbe.
E ritorniamo al solito problema "la coperta è corta"

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