Hanno ucciso due pescatori innocenti scambiandoli per
pirati, sparando da una nave che non si trovava affatto in acque internazionali
ma vicina alla costa indiana. Una volta arrestati, non hanno trascorso un solo
giorno in carcere ma sono stati sempre ospitati in strutture confortevoli e
hotel di lusso. Il governo italiano ha ammesso il loro errore e, intanto, ha
provveduto in via extragiudiziale a risarcire le famiglie delle vittime. Questa
la vera storia dei due marò del San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore
Girone, trasformati in eroi nazionali.
Il culmine dell’ipocrisia risale al 24 aprile, quando il
governo italiano e i legali dei parenti delle vittime hanno raggiunto un
accordo economico extra-giudiziario: alle due famiglie, col consenso dell’Alta
Corte del Kerala, vanno 10 milioni di rupie ciascuna, in totale quasi 300.000
euro. Dopo la firma, aggiunge Miavaldi, entrambe le famiglie hanno ritirato la
propria denuncia contro Latorre e Girone, lasciando solo lo Stato del Kerala
dalla parte dell’accusa.
La transazione economica è un’implicita ammissione di colpa,
e un tentativo, nemmeno troppo velato, di comprarsi il silenzio delle famiglie
dei pescatori».
Tanto che il 30 aprile la Corte Suprema di Delhi ha
criticato la scelta del tribunale del Kerala di avallare un simile accordo tra
le parti, dichiarando che la vicenda «va contro il sistema legale indiano, è
inammissibile». Eppure, secondo il ministro della difesa, ammiraglio Giampaolo
Di Paola, si è trattato solo di «una donazione», di «un atto di generosità»
addirittura «slegato dal processo». Commovente, no?
E questo sarebbe il garante della costituzione, a quanto
pare la vita dei 2 pescatori non solo vale poco o niente, ma identificare per
eroi coloro che anche se involontariamente uccidono 2 padri di famiglie, la cui
unica colpa è di essere poveri pezzenti, la dicono lunga sul nostro presidente.
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