Lotte tra imperialismi sulla pelle del popolo Ucraino.

Di fronte al ripetersi di tensioni internazionali compito della sinistra dovrebbe essere quello innanzitutto di interpretare i fatti ed esprimere posizioni collocandosi dal punto di vista dei suoi naturali settori sociali di riferimento, cioè in primo luogo i lavoratori.


 In Ucraina non assistiamo allo scontro tra l’imperialismo occidentale e un regime “oggettivamente antimperialista”, ma a una “guerra tra l’imperialismo europeo e americano e quello russo per il controllo di un’area delicatissima per quanto riguarda il controllo dei rifornimenti energetici di gas e petrolio che fanno funzionare l’economia dell’UE.

Occorrerebbe semmai ritornare ad affrontare la questione del metodo con cui si analizzano i conflitti internazionali e con cui si cerca di intervenirci, cercando di combattere innanzitutto l’imperialismo ‘di casa nostra’.

 Dunque il problema per la sinistra italiana oggi dovrebbe essere non quello di fare il tifo per questo o quell’imperialismo, ma di ragionare su come sia possibile  elaborare un punto di vista indipendente dei lavoratori italiani a sostegno degli interessi dei lavoratori e delle classi subalterne dell’Ucraina.

La massa dei proletari ucraini si è impoverita, i salari sono inferiori a 100 euro al mese, un pugno di capitalisti ucraini, spesso i membri della vecchia Nomenklatura “sovietica”, si sono arricchiti a dismisura e sono divenuti i padroni della politica, divisa tra bande rivali di boss che controllano i mass media, hanno rappresentato coalizioni di complessi industrial-finanziari, in lotta tra loro per spartirsi le risorse dello stato, ma uniti nell’assicurarsi libertà di sfruttamento della forza lavoro.

Se vi fosse un vero partito comunista in Italia, dovrebbe denunciare le ambizioni imperialiste delle cancellerie europee che hanno alimentato il nazionalismo ucraino anche nelle sue frange dichiaratamente fasciste e xenofobe per attrarre verso la propria sfera d’influenza territori contesi per secoli tra Austria, Russia, Polonia, Germania, per avere forza lavoro altamente qualificata a prezzi stracciati, e un mercato aperto alle proprie merci e capitali.

Cancellerie che ora di fronte alla rapida manovra russa si dividono tra i falchi franco-anglo-americani e le colombe italo-tedesche desiderose di non guastare i rapporti con la Russia, primo fornitore di gas e vasto campo di affari per i loro grandi gruppi.

Denunciare con la stessa determinazione l’imperialismo russo che, soffiando sul fuoco del più becero nazionalismo, sta cercando di riaffermarsi come potenza mondiale a spese delle classi lavoratrici di Russia e Ucraina.

Purtroppo siamo orfani di una vera sx e soprattutto di un vero partito comunista, il proletariato ucraino si sta facendo travolgere da questa tragica spirale, trascinato da bande fasciste ucraine e da grandi capitalisti russi.
Sarebbe una tragedia per la classe lavoratrice di tutto il mondo: il popolo di ucraina non deve scegliere tra imperialismo d’Oriente e imperialismi d’Occidente, non deve lasciarsi dividere tra russofoni e ucrainofoni, ma scegliere l’organizzazione e la lotta di classe contro i suoi sfruttatori locali, orientali e occidentali, il vero nemico è il capitalismo.


Solo l’unità tra i lavoratori, al di là dei confini tracciati dal capitalismo, può liberarli dalle loro catene e sottrarli alle crisi, alla miseria e alle guerre.


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